Acufene: la Fisioterapia può essere la soluzione
L'acufene colpisce un numero significativo di persone. È definito come "la percezione cosciente di una sensazione uditiva in assenza di uno stimolo esterno corrispondente". Mentre l'acufene può essere classificato in un numero di diverse categorie, l'obiettivo principale di questo articolo è l’acufene somatico o somatosensoriale (ST). La ST è associata a un disturbo uditivo correlato a una patologia somatica omolaterale della testa o del collo superiore in assenza di altri disturbi uditivi e/o risultati anormali all'esame neurologico. Diversi autori hanno recentemente riportato i criteri clinici per la diagnosi di ST includendo (1) dolore al collo; (2) riduzione del movimento cervicale, preferibilmente in rotazione; (3) modulazione degli acufeni per movimenti della testa e del collo e/o postura; (4) rigidità dei muscoli cervico-occipitale; (5) disturbi temporo-mandibolari. In particolare, alcuni di questi criteri si sovrappongono con i criteri diagnostici per il mal di testa cervicogenica e/o vertigini cervicogenica.
Entrambi i neuroni sensoriali somatici primari e secondari dei gangli delle radici dorsali e dei gangli trigeminali (noti anche come il nucleo trigemino-nervoso) hanno connessioni con il sistema uditivo. In particolare, i nuclei cocleari ricevono proiezioni primarie dai centri oftalmici e mandibolari dei gangli trigeminali e dei gangli della radice dorsale C2. Il nervo cocleare e il collicolo inferiore ricevono anche proiezioni secondarie dall'aspetto spinale del nucleo del trigemino. Data la convergenza delle corna dorsali a C1-C3 e l'aspetto spinale del nucleo del trigemino, le informazioni sul dolore afferente dal collo superiore possono propagare informazioni eccessive e/o aberranti al nervo cocleare e al collicolo inferiore. Così, se si aggiunge la stimolazione dai gangli del trigemino, i gangli della radice dorsale e/o la colonna dorsale, possono alterarsi i neuroni nei nuclei cocleari e del collicolo inferiore. Secondo Sanchez et all, l'aspetto più importante dell'acufene somatosensoriale è che è tipicamente correlato a problemi della testa e del collo piuttosto che dell'orecchio e, di conseguenza, i dentisti e i fisioterapisti dovrebbero svolgere un ruolo chiave nella diagnosi e nel trattamento/strategia.
A questo proposito, vale la pena notare che esiste una forte relazione neurofisiologica tra orecchio, mascella e muscoli facciali. Ad esempio, a causa dell'eccessiva attivazione del nervo trigemino possono attivarsi le fibre del muscolo pterigoideo mediale, influenzando così il tensore velo palatino attraverso la fascia interposta. Ciò può ulteriormente alterare la pressione intratimpanica della tromba di Eustachio e modificare la tensione della membrana timpanica attraverso il muscolo tensore del timpano, che porta all'acufene. Inoltre, oltre allo pterigoideo mediale, il tensore velo palatino è l'unico muscolo del palato che è innervato dal nervo pterigoideo mediale, un ramo mandibolare dal nervo trigemino. Come tale, l'attivazione del trigemino può influenzare direttamente il sistema uditivo tramite il tensore palatino. In particolare, v'è un aumento della prevalenza dell’acufene in pazienti che soffrono di disturbi somatosensoriali, condizioni dentali, disfunzione temporomandibolare (TMD) e squilibri craniocervicali.
Quindi come succede per il mal di testa, la Terapia Manuale e più in generale la Fisioterapia si è di mostrata utile per mitigare questi meccanismi muscoloscheletrici che influenzano negativamente il nucleo trigeminale e trigeminocervicale: causa degli eventi che può portare all’ attivazione dell’acufene somatosensoriale. Pertanto, una volta escluse tutte le cause otologiche e neurologiche, una valutazione biomeccanica da parte di un Fisioterapista specializzato è fondamentale per perseguire, laddove si riscontrino delle disfunzioni oggettive cervico-cranio-mandibolari, un percorso di cura specifico al fine di curare questo fastidioso disturbo.