Artrosi dell'anca
L’ artrosi dell’anca è la riduzione di tipo degenerativo della cartilagine articolare ed è un problema molto presente, sia nelle donne che negli uomini, che comunemente colpisce soggetti in età avanzata poiché rappresenta il normale invecchiamento dell'articolazione, ma può presentarsi anche in età adulta (i primi sintomi si possono avere anche intorno ai 45-50 anni). In caso di fattori predisponenti, come la displasia congenita dell’anca, i sintomi possono insorgere anche prima. Vediamo meglio cos’è l’artrosi dell’anca, come si riconosce, come si cura e le domande più frequenti su questa patologia.
Innanzitutto va specificato che l’artrosi è un processo lento: non si sviluppa cioè dall’oggi al domani. Si può cominciare ad avvertirlo improvvisamente, anche senza alcuna avvisaglia, ma se alla radiografia si evidenzia artrosi significa che il problema stava “covando” da mesi o anni. Non sempre un dolore alla regione dell'anca rappresenta un problema artrosico, andrebbe quindi richiesta una valutazione dal proprio medico o fisioterapista per conoscere l'eziologia e la sede del proprio dolore.
Quali sono i sintomi più comuni?
I sintomi più comuni sono:
2) dolore alla regione inguinale, alla regione medio glutea (fianco), o nella parte bassa della schiena (solo da un lato);
3) rigidità, che si manifesta come difficoltà ad eseguire alcuni movimenti, sopratutto mettersi le scarpe ed accavallare le gambe;
4) talvolta, irradiazione del dolore nella parte anteriore della coscia che può arrivare fino al ginocchio;
5) nei casi più gravi difficoltà alla deambulazione e sensazioni di cedimento dell'arto coinvolto.
Come si arriva ad una diagnosi di artrosi di anca?
L'esame diagnostico d'elezione per una rapida diagnosi di artrosi dell'anca è la radiografia. Spesso emerge una riduzione dello spazio tra la testa del femore ed il bacino, una sclerosi (alterazione patologica) della testa del femore e la presenza di osteofiti (piccole calcificazioni tipiche dell’artrosi).
Si può fare qualcosa diversamente dalla chirurgia?
Certo, sopratutto se il processo di degenerazione dell’articolazione non è troppo avanzato, attraverso:
– terapia manuale, per ridurre al minimo le rigidità articolari
– allentamento delle tensioni muscolari tramite esercizi di stretching e massoterapia distrettuale
– rinforzo della muscolatura tramite esercizi specifici.
- terapia fisica a scopo antalgico
- infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico (mano medica).
Tale protocollo è applicabile anche in quei casi di dolore all’anca senza ancora chiari segni di artrosi. L’affidarsi ad un professionista sanitario (medico e/o fisiotarapista) è assolutamente raccomandabile.
Quando si arriva alla chirurgia protesica?
L'intervento di protesizzazione di anca avviene quando la rigidità articolare diventa invalidante le normali attività quotidiane e/o la sintomatologia dolorosa si mostra severa e non responsiva alle terapie conservative. Tutto ciò va seguito da esami radiologici che confermano la severità della degenerazione artrosica dell'anca e in basa a valutazioni di sede e gravità delle lesioni cartillaginee/ossee si sceglie il tipo di protesi da impiantare.
Se faccio un intervento di protesi all'anca posso praticare sport?
Assolutamente si, gli interventi di oggi e una corretta riabilitazione riescono (soprattutto in soggetti relativamente giovani) a riportare ad una ripresa delle pratiche sportive. Determinante è recuperare una funzionale articolarità e una corretta ripresa muscolare atte a garantire la totale sicurezza dell'impianto ai carichi cui verrà sottoposta. Anche qui, l'affidarsi ad un professionista fisioterapista esperto è assolutamente raccomandabile.
Ft. Andrea Fratò, Cert.MT, Cert SMT-1