Differenza di lunghezza delle gambe: è realmente un problema?
L’individuazione della differenza nella lunghezza delle gambe (LLI) rappresenta un segno clinico utilizzato da molti professionisti impegnati nella riabilitazione e nella cura del dolore muscolo-scheletrico quando i pazienti presentano diverse condizioni di natura algica o funzionale al quadrante inferiore del corpo. Tuttavia, dobbiamo chiederci se queste disuguaglianze sono realmente associate al dolore e / o alla funzione compromessa e, in tal caso, quanta differenza di lunghezza dovrebbe esserci prima che problemi e dolori si rendano manifesti.
Secondo lo studio di revisione comparso nel giornale scientifico dei chiropratici e degli osteopati “Chiropractic & Osteopathy” , (il testo completo QUI ) che ha esaminato gli studi dal 1970 al 2005, ebbene la LLI è stata individuata essere presente ben nel 90% della popolazione e rappresenta la normalità!
Infatti nella media la maggior parte di noi ha una LLI di 5,2 mm e non subisce conseguenze negative.
Inoltre sette studi nella revisione hanno confrontato soggetti asintomatici (senza dolore) con persone che presentavano sintomi da qualche parte nella catena cinetica (ginocchio, anca e parte bassa della schiena) e hanno riscontrato che non c’era alcuna differenza statisticamente significativa nella lunghezza delle gambe (5,1 mm contro 5,2 mm). Questi risultati suggeriscono che la LLI non è correlata con la sintomatologia dolorosa nella parte inferiore del corpo.
Al contrario, quando potrebbe esserci una correlazione tra LLI e dolore?
Bene, sembra che una LLI di> 20 mm possa essere associato allo sviluppo dell’osteoartrosi del ginocchio e / o della lombalgia.
Di solito una LLI <20 mm può essere compensata da cambiamenti strutturali passivi, mentre una LLI> 20 mm può comportare, in aggiunta, anche una compensazione in ipersollecitazione muscolare attiva e, potenzialmente, un dolore.
CONCLUSIONE 1: non stressarti (o non credere) se ti viene detto che hai una LLI poiché quasi tutti gli altri (90% di chi ti circonda) ne è affetto. Se hai una LLI ampia maggiore di 20 mm e un dolore alla parte bassa del corpo, prova a cercare aiuto da un professionista sanitario della riabilitazione così da individuare la causa e che possa proporti la soluzione reale al problema (deficit di propriocezione? Debolezza muscolare? Sensibilizzazione centrale o periferica? Sindrome mio-fasciale? ecc ecc).
Uno studio recente ( ecco a voi il testo completo QUI ) approvato dal Palmer College of Chiropractic che ha ingaggiato due chiropratici con esperienza trentennale ha scoperto che le valutazioni da supino e da prono dei comuni Tests (vedi foto sotto) atti ad indagare l’entità della LLI non si sono rilevati uniformi, e quindi sovrapponibili. Come si fa quindi ad impostare trattamenti correttivi se i Tests valutativi a disposizione sono di bassa riproducibilità e valenza? Gli stessi chiropratici giungono a queste conclusioni!
I risultati hanno dimostrato che valutare il paziente nella posizione prona può aumentare, diminuire, invertire, o sfalsare la disuguaglianza osservata nelle lunghezze degli arti inferiori che è risultata ed evidenziata nella posizione supina. Viene suggerito che la valutazione da prono permette una maggiore precisione nello scovare disfunzioni provenienti dal tratto pelvico e lombare mentre, al contrario, da supino disfunzioni o compensi discendenti con origine cervicale.
CONCLUSIONE 2: le valutazioni tipiche, sia da supino che da prono, tramite i test pensati per individuare la differenza di lunghezza degli arti inferiori sono inaffidabili. Pertanto, non sono test validi nell’uso clinico né per fini diagnostici né terapeutici.
MESSAGGIO FINALE: tutti noi presentiamo differenze tra due lati del corpo conseguenti ad eventuali dismetrie (differenze di carattere funzionale) o eterometrie (differenze anatomiche). Alla luce di quanto espresso secondo i dati riportati da questo articolo con relativi studi scientifici, affidatevi ad un buon professionista che non si limiti a dirvi che il vostro “problema” o che “la fonte dei tuoi dolori” risiederebbe in una gamba più corta o più lunga così’ da giustificare aprioristicamente trattamenti atti a “correggere” ciò che invece risulta il normale (e sano) stato morfologico e strutturale del corpo.
Ft. Fratò Andrea, specialista in Terapia Manuale
Fonte: fitnessmedicoitaliano.it