Mal di schiena...di chi la colpa?
Il Mal di schiena non specifico (NSLBP) è un esperienza che tutti (si parla dell’80-90% della popolazione) provano almeno una volta nella vita, e rappresenta una delle patologie di origine ortopedica che più genera disabilità e costi per il SSN e per i pazienti. Gli studi, nei confronti di questo quadro, hanno sempre puntato la loro attenzione soprattutto sulla prevenzione e sui risultati dei programmi riabilitativi a medio-lungo termine.
Infatti, se nell’acuto sono diversi gli elementi terapeutici che aiutano alla risoluzione della sintomatologia nel breve termine (trattamenti fasciali, manipolazioni spinali, farmacologico, etc.), assume particolare importanza l’impatto degli studi sui risultati a medio-lungo termine e prevenzione, poiché la lombalgia non specifica ha valori di cronicizzazione molto grandi e causa episodicità frequente dei sintomi. Gli studi di riferimento a tali esigenze hanno evidenziato l’unica soluzione nell’ESERCIZIO (laddove non si presentano delle importanti disfunzioni morfologiche vertebrali, abbastanza rare).
Quindi arriviamo alla risposta della domanda "di chi la colpa"? La colpa è del paziente che sempre meno si muove e cerca altre cause o scorciatoie alle proprie problematiche dolorose, in questo caso al proprio mal di schiena (vedi la foto).
Approfondiamo allora quali esercizi hanno la migliore efficacia in termine di mal di schiena. Nel particolare l'articolo in oggetto indaga sulle modalità più efficaci di esercizio che maggiormente impattano positivamente sui risultati a lungo termine: è l’esercizio specifico più performante rispetto agli esercizi generali nel miglioramento del dolore a medio-lungo termine?
La risposta è NO. Raccomandare esercizi particolari, di stabilizzazione, di allenamento del “core”, dell’addome o della schiena non ha nessun senso a medio-lungo termine poiché stessi sono i risultati degli esercizi specifici contro quelli generali. Passato l’episodio acuto, da curare attraverso la Terapia fisioterapica corretta, semplicemente consigliare un attività fisica regolare che possa prevenire una nuova ricaduta migliorando la condizione di cronicizzazione della patologia. Risulta quindi inutile (anzi, non migliore) prodigarsi verso cicli di sedute interminabili per rinforzare qualcosa di specifico, ma consigliare ed educare il paziente ad una normale e regolare attività fisica, fatta di esercizi generali che il paziente può tranquillamente eseguire a casa (magari dopo averli imparati con l'ausilio del fisioterapista). Che vi piaccia o no, il MAL DI SCHIENA è una situazione non grave, la vostra schiena non è malata, non c’è probabilmente niente di usurato o rovinato quanto di chi non soffre di mal di schiena, la differenza spesso è un decondizionamento generale, obesità e quindi una maggiore "sensibilizzazione del Sistema Nervoso Centrale e Periferico". Bisogna semplicemente muoversi e fare attività, poiché i nostri muscoli e le nostre ossa sono fatte per muoversi e più si muovono più stanno meglio (ovviamente senza abusarne) come staranno meglio la nostra mente e i nostri nervi.
Tutto questo discorso naturalmente permette di evolverci, di poter utilizzare e consigliare le migliore evidenze impattando, in questo caso, con una minore spesa che il paziente subisce in termini economici. La professionalità e l’onestà intellettuale del clinico è anche questa, quello che gli anglosassoni definiscono “cost effectiveness”, e deve far parte del bagaglio culturale che il fisioterapista di oggi deve possedere, perché al centro del progetto di cura ci deve essere il paziente e non “se stesso”.
Ft. Fratò Andrea, cMT, cSMT
Articolo: BMC Musculoskelet Disord. 2014; 15: 416. An update of stabilisation exercises for low back pain: a systematic review with meta-analysis Benjamin E Smith, Chris Littlewood and Stephen May