La Lesione degli Adduttori e ritorno allo Sport
Sono frequenti i riscontri nello sportivo, di lesioni muscolari da sovraccarico diretto a livello degli adduttori. Infatti sono tra le più ricorrenti in molti sport (calcio, tennis, ecc.) ma anche in attività apparentemente meno intense come il padel, running m anche ballerini che possono presentare dolore all'inguine, spesso dovuto invece a un utilizzo continuativo.
La maggioranza di infortuni è di lieve entità, questi richiederanno un tempo di intervento e gestione di pochi giorni, oscillando fino a tempi più lunghi, di diverse settimane, nei casi di lesioni di grado maggiore quando occorrerà invece un approccio strutturato.
L'insorgenza di questo tipo di infortunio, porta spesso a dolore inguinale è da statisticamente da alcuni movimenti ricorrenti negli sport ad alto impatto. Secondo uno studio del 2018, a inficiare sulla tenuta strutturale dei 5 muscoli principale ci sono i cambi di direzione, i movimenti di calciata e le attività di salto, per un 60% di queste lesioni che avvengono in concomitanza di una stensione e da una rotazione esterna dell' anca.
Il quadro sintomatologico vede una comparsa del dolore acuto, immediato, localizzato a livello del ventre muscolare e della giunzione muscolo-tendine e sarà provocata da una richiesta di forza a livello locale o da un allungamento passivo in particolare dei muscoli adduttore lungo *(Thorbor K et al J Orthop Sports Phys Ther 2018).
Proprio sulla gestione della capacita di carco e di erogazione della forza, è incentrata la ripresa delle attività. La terapia riabilitativa è volta al consolidamento di 2 grandi pietre miliari per ogni sport, cioè test specifici per valutare, agilità, equilibrio e mobilità, come ad esempio "l'Ilinois Agility Test o lo Star Excursion Balance Test" e gli stress test della regione adduttori. Il risultato auspicabile per ottenere il semaforo verde al return to play è quello di registrare risultati simili nei test di agilità ed equilibrio a quelli di soggetti non infortunati, mentre per ciò che riguarda i test specifici analitici, ricercheremo due aspetti:
- -un deficit di forza degli adduttori inferiore al 10% del lato infortunato rispetto alla gamba contro laterale
- un bilanciamento delle forze dei muscoli adduttori e abduttori (medio gluteo su tutti) del lato infortunato, il cui rapporto di forza non superi il 10%.
Un approccio progressivo di lavoro riabilitativo, può per esempio essere messo in pratica nella fase subacuta con lavori a ROM ridotto con intensità blande contrazioni concentriche ed isometriche nei primissimi giorni, fino a raggiungere il rom completo con l' introduzione di contrazioni più impegnative come le eccentriche.
Modelli di Riferimento indicano come un approccio su 3 step di intensità progressiva (da meno del 30%, tra il 30 e il 60 % e maggiore del 60%) sia ottimale per la gestione del dolore. Uno degli esercizi analitici di riferimento per la componente degli adduttori è il "Copenaghen" con le sue varianti di progressione e l'utilizzo di esercizi da statici a dinamici fino a quelli balistici come le calciate e slancio della gamba su tutti i piani con e senza resistenza,
In ottica preventiva, l'inserimento di lavori di potenziamento progressivo, vede ridurre il tasso infortuni di circa il 40%, il tutto basato su protocolli di rinforzo di 8 settimane in off-season con soli 2/3 serie per lato, mantenendo un solo richiamo settimanale nel corso della stagione, suggerendo come spesso accade, che il deperimento della capacità di carico sia alla base del fenomeno lesivo. *(Haroy J et Al. Br J Sports Med. 2019).
Per Ciò che concerne la parte di recupero della performance sportiva, non si può trascurare, la componente di forza assoluta e multi-articolare di tutta la gamba e dei gesti di gara, con l' introduzione di squat mono e bi-podalici e il ritorno programmato allo sprint, ai salti e soprattutto, ai cambi di direzione.
Articolo Scritto dal Dott. Stefano Olivieri
(Fisioterapista e Chinesiologo, Specialista nella riabilitazione dello sportivo)