IL DOLORE NELLE TENDINOPATIE: FISIOLOGICO o PATOFISIOLOGICO?
Il dolore tendineo rimane ancora un enigma. Molte delle caratteristiche cliniche sono coerenti con la micro-lesione del tessuto - il dolore è localizzato, persistente e associato specificatamente al carico indotto sul tendine stesso - mentre altre rimangono poco chiare, a tal punto che le ricerche scientifiche non riescono ad abbinare i sintomi, specie per quei casi in cui il tendine sia asintomatico, eppure catastroficamente degenerato. Per questo motivo siamo ancora lontani dal dare risposta alla domanda "cosa spinge il tendine ad essere doloroso?". In assenza di una coerente comprensione dei meccanismi che sottendono il dolore tendineo, non si deve certo rimanere sorpresi del fatto che non raramente il trattamento risulti inefficace. E' altrettanto evidente che la ricerca debba estendersi oltre i cambiamenti locali tessutali e includa invece meccanismi periferici e centrali di modulazione del dolore.
La biologia molecolare del tendine, sia esso sano o patologico, mette in evidenza una vasta gamma di sistemi integrati che contribuiscono al dolore.
ll dolore del tendine rimane un topic fisioterapico complesso, richiede da parte del clinico una approfondita considerazione sia del versante muscolo-scheletricho che dei pattern neurali, considerando che gli input nocicettivi della patologia tendine potranno essere sia locali, che sostenuti da potenziali meccanismi centrali.
Compito del fisioterapista moderno, in virtù di queste ultime evidenze scientifiche, sarà quello di riconoscere tutte le varie componenti che influenzano il dolore tendineo e mirare il trattamento laddove si potrebbero susseguire outcome migliori. Nel particolare un trattamento multidisciplinare che vada a coivolgere il tendine stesso attraverso Terapia fisica (Tecarterapia,Ultrasuonoterpia,Laserterapia per la cura del processo infiammatorio); esercizi di contrazione e rinforzo eccentrico per stimolare e far rispondere meglio ai carichi il tessuto degenerato o infiammato; che coinvolga il nervo periferico associato (esercizi di Neurodinamica per la desensibilizzazione periferica); che coinvolga il distretto rachideo (MWM, SNAG, Manipolazioni HVLA per il superamento dei compensi associati) risulta essere l'approccio migliore, diminuendo significativamente i trattamenti inefficaci a cui spesso si va incontro.
Ft. Fratò Andrea, Cert.MT, Cert.SMT
Bibliografia: The pain of Tendinopathy: Physiological or Pathophysiological (2014), Sport Medicine: Moseley, Purdam, Cook