Distorsione di caviglia, la Risonanza quanto è importante?
La distorsione di caviglia è uno degli infortuni più frequenti e, nella maggior parte dei casi, coinvolge il complesso legamentoso laterale come conseguenza di un trauma in inversione. Il trattamento conservativo è efficace nella maggior parte dei pazienti, nonostante il rischio in alcuni soggetti di sviluppare una instabilità cronica di caviglia (CAI) con sintomi persistenti nel lungo termine.
L’obiettivo di questo studio è stato valutare la prevalenza di alterazioni alla risonanza magnetica (MRI) associate a una distorsione laterale di caviglia e confrontare questi risultati nella caviglia controlaterale (asintomatica), per identificare la pre-esistenza di queste anomalie.
Le immagini delle MRI della caviglia infortunata e della caviglia controlaterale sono state valutate da un radiologo. E’ stata vista la presenza o assenza delle seguenti anomalie ossee: fratture, edema osseo, lesioni osteocondrali, osteofiti, cisti subcondrali, lesioni cartilaginee (diffuse o focali) e sclerosi. Queste alterazioni sono state valutate a livello dei malleoli mediale e laterale, della superficie articolare della tibia, dell’astragalo, dell’articolazione sottoastragalica e dell’articolazione astragaloscafoidea. I tendini e i legamenti sono stati valutati in base ai segni di un danno post-traumatico. E’ stata indagata, inoltre, la presenza di gonfiore, di edema dei tessuti molli, di sinoviti, di calcificazioni, di impingement anterolaterale e di corpi mobili.
I risultati dello studio hanno evidenziato che la presenza di anomalie strutturali alla MRI è significativamente maggiore nella caviglia infortunata, e questo chiaramente ci sembra del tutto naturale. Questo studio mostra, inoltre, che un numero sostanziale di anomalie può essere evidenziato nella caviglia controlaterale, suggerendo quindi che alcune lesioni siano pre-esistenti. In particolare e importantissimo è che , l’edema osseo e le lesioni del legamento peroneo-astragalico anteriore sono spesso trovate nella caviglia controlaterale.
Questo risultato enfatizza il pericolo di prendere decisioni basate esclusivamente sulla MRI senza considerare le informazioni cliniche. Infatti, la prevalenza di alterazioni alla MRI in soggetti asintomatici è stata riportata per numerose articolazioni, compreso il ginocchio, il polso e l’anca come per la colonna vertebrale. Pertanto viene chiaro stabilire che inizialmente nell'acuto, esclusa la persistenza di eventuali fratture attraverso una semplice rx (da sottoporre comunque dopo attenti test clinici), vanno enfatizzate le valutazioni cliniche prima di un eventuale RNM, che se si necessita, va consigliata nel medio periodo (in media 4-5 settimane dal trauma), laddove alcuni sospetti clinici negativi vadano approfonditi o esclusi.
Le linee guida quindi ci consigliano nell'acuto una priorità sulla valutazione clinica che sui risultati che potremmo ottenere attraverso una RNM fatta senza discrezioni. Infatti laddove venga eseguita una Risonanza senza le opportune necessità, oltre a non darci informazioni utili o superiori a quelle che ipotizziamo, potrebbe creare delle condizioni sfavorevoli psicologiche nel paziente che disturbano il processo di “restitutio ad integrum”, poichè lo studio ci indica che tali anomalie possono essere riscontrabili anche in caviglie asintomatiche e quindi non meritevoli di considerazione.
Ft. Fratò Andrea, Cert.MT, Cert.SMT
van Putte-Katier N, van Ochten JM, van Middelkoop M, Bierma-Zeinstra SM, Oei EH. Magnetic resonance imaging abnormalities after lateral ankle trauma in injured and contralateral ankles. Eur J Radiol. 2015 Oct 8.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26456306